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"Filtrazione e miglioramento della qualità dell’acqua"

Di importanza non secondaria nella gestione dell’irrigazione sono i filtri da porre in opera subito dopo la stazione di pompaggio.

Si tratta di trovare le migliori soluzioni, avvalendosi di tecnici esperti del settore, per eliminare, ad esempio: » la sabbia con dei filtri a ciclone; » le alghe e le impurità più grossolane con dei filtri a sabbia, posti a monte degli altri, possibilmente dotati di sistema di lavaggio automatico a flusso inverso; » i semi delle malerbe con dei filtri a rete aventi una maglia di almeno 120 mesh; » le impurità in sospensione, dannose per gli impianti a goccia, utilizzando dei filtri a dischi. Molto spesso sono necessari filtri di più tipologie, posti in successione, ciascuno con uno scopo ben preciso. Altrettanto importante, almeno a cadenza settimanale, è la loro accurata pulizia che può essere fatta manualmente smontando e lavando le singole parti, oppure con manovre sulle valvole dell’acqua per eseguire il lavaggio a pressione in controcorrente. Negli impianti più complessi la pulizia può avvenire anche con sistemi automatizzati, sulla base di una programmazione che tenga conto della differenza di pressione riscontrabile tra l’acqua in entrata e quella in uscita. La tecnologia moderna ci offre la possibilità di installare, soprattutto per i fabbisogni all’interno delle serre, anche dei sistemi di depurazione a osmosi inversa che garantiscono una produzione di acqua perfettamente libera da particelle indesiderate, apprezzata soprattutto quando vengono utilizzati gli impianti del tipo fog o mist destinati al mantenimento di un elevato tasso di umidità relativa all’interno degli ambienti confinati.

Nella consapevolezza che per alcune attrezzature specialistiche non esiste concorrenza sul mercato, pertanto nel descriverle si corre il rischio di favorire il diretto produttore o il rivenditore, giova ricordare, così come accertato dal Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria (CREA), nel corso delle prove destinate a testare lo strumento OverWater, che si possono trarre benefici colturali dall’utilizzo di apparecchiature particolari per il pretrattamento delle acque irrigue. Il riferimento riguarda un particolare dispositivo a forma di cilindro da mettere in opera ad anello intorno alla tubazione principale di adduzione dell’acqua per irrigazione. L’intento è quello di modificare l’acqua attraverso impulsi ordinanti che possono aumentare i legami dell’idrogeno e offrire una stabilità molecolare per la veicolazione di segnali e di altre informazioni bioelettriche. L’acqua assume così una carica negativa con strutture cristalline liquide che consentono una maggiore viscosità insieme a una migliore capacità di assorbire alcuni spettri della luce. Dai risultati delle prove eseguite dal CREA, su piante agrarie, sono stati rilevati maggiori accrescimenti delle radici e variazioni positive di quei meccanismi metabolici che sono alla base dello sviluppo della pianta. Il dispositivo OverWater è già in uso, con ottimi risultati, in alcuni vivai italiani a elevata specializzazione.

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